"Tasto che può diventare molto dolente, se non lo si tratta con la dovuta cautela…ma andiamo per ordine.
La prima decisione che abbiamo dovuto prendere è stato l’amletico dubbio: farle o non farle?
Siamo tutti consapevoli che le bomboniere ricevute nel corso degli anni in occasione di battesimi, matrimoni e comunioni giacciono, dimenticate, dietro le ante della vetrinetta, e che ci ricordiamo delle loro esistenza solo quando abbiamo la malaugurata idea di spolverarla. Oltretutto nessuno si ricorda più se il gattino d’argento era del cuginetto tale o della nipotina talaltra, ma ci sentiamo comunque troppo in colpa verso entrambi per buttarlo via.
Assodato quindi che le bomboniere sono oggetti inutili e fastidiosi, abbiamo deciso ugualmente di farle: un po’ perché i confetti sono invece notevolmente più amati delle bomboniere e soprattutto perché se non le avessimo fatte l’ira funesta dei parenti (parenti in questo caso sta per: suocera) avrebbe perseguitato noi e i nostri discendenti per generazioni.
Interrogandosi quindi su come risolvere l’annosa questione, abbiamo buttato giù due o tre punti fondamentali.
Primo: quasi banale nella sua semplicità : se bomboniera deve essere, che almeno i soldi spesi vadano a qualche buona causa.
Secondo: essendo sempre il risparmio una delle costanti del nostro matrimonio, niente materiali preziosi o oggetti firmati.
Terzo: e se salvassimo tutti i nostri amici e parenti dall’ “incubo della vetrinetta” e regalassimo loro qualcosa che NON duri nel tempo, anzi, che sparisca il più presto possibile, magari proprio nei loro stomaci?
Ecco così che sono nate le nostre bomboniere: i confetti e il materiale per i sacchetti li abbiamo presi alla bottega Equa e Solidale della nostra città, e insieme ci sarà un barattolino di miele fatto in un’azienda agricola toscana (tra l’altro quando siamo andati a ordinarlo la signora ci ha fatto una bellissima lezione sul mondo delle api, mostrandoci, con somma gioia del Quasi Marito, le casette in cui vivono e facendoci tornare un po’ bambini con il racconto di come viene cresciuta l’Ape Regina…).
Adesso non devo fare altro che prepararle tutte (che vuoi che sia, sono solo 150…), dopo aver passato serate intere a scrivere in bella calligrafia e con la precisione di un monaco benedettino, i nostri nomi e la data sui bigliettini.
State forse pensando che a questo punto ho accolto anche il favore e l’apprezzamento dei “parenti” (leggi sempre suocera)?
Non esageriamo! Per un attimo si è tranquillizzata, ma è durato poco: il tempo di capire che si, avremmo fatto le bomboniere..ma no, non sarebbero state né un piattino di porcellana né un animaletto di cristallo, e che comunque “dovevamo ancora pensarci”.
Ho fatto passare un po’ di tempo, sperando che se ne dimenticasse, ma quando è tornata a chiedermi, con macelata noncuranza, a che punto eravamo con le bomboniere, ho esclamato: “ Ah si, ti ricordi, ti avevo parlato dei barattolini di miele vero? Ma si dai, di quell’azienda agricola..e dei confetti dell’Equo e Solidale? Sono buonissimi, pensa che vengono dalla Palestina, però sono un po’ più marroncini di quelli normali perché li fanno con lo zucchero di canna…”
L’ho vista impallidire, ma travolta dal mio inarrestabile entusiasmo non ha avuto cuore di esprimere la sua opinione e si è limitata ad un sorriso stiracchiato".
Giulia
Giulia
1 commento:
Bomboniere perfette, direi! E sai che non le amo!
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